L’imprenditore Sergio Bramini sarà a Caserta per raccontare la sua esperienza

La storia di Sergio Bramini, imprenditore fallito nonostante vantasse 4 milioni di Euro di crediti dalle pubbliche amministrazioni, sarà al centro del dibattito Il caso Bramini, un’ingiustizia di Stato, organizzato venerdì 15 febbraio alle 18.30 presso l’Hotel Royal Caserta dallo Studio Legale Riccio&Narciso Avvocati.

Ex titolare della ICOM – azienda impegnata nell’ambito della raccolta dei rifiuti solidi urbani – Bramini e salito all’onore delle cronache dopo aver visto portare via la sua abitazione, ipotecata nel tentativo di arginare il fallimento e salvare l’azienda con i suoi 32 dipendenti.

Dopo le denunce e l’interessamento da parte dei media – tra cui Le Iene di Italia1 – l’imprenditore ha ricevuto l’appoggio del nuovo governo e dei vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio: è stato quindi scelto come consulente per scrivere una legge sulle procedure fallimentari.

«Il caso di Sergio Bramini mostra il limite dei casi in cui il debitore sia lo Stato ed un libero cittadino – dichiara l’avv. Biagio Narciso, moderatore dell’incontro – rendendo evidente l’assurdità della situazione che ha investito l’imprenditore. Quello di Bramini non è un caso isolato, ci sono tanti, attualmente, nelle medesime condizioni che aspettano che lo stesso Stato che li ha portati al fallimento decida, finalmente, di tendere loro una mano».

«Il caso di Sergio Bramini mostra il limite dei casi in cui il debitore sia lo Stato ed un libero cittadino – dichiara l’avv. Biagio Narciso, moderatore dell’incontro – e rende evidente l’assurdità della situazione che ha affossato l’imprenditore. Quello di Bramini non è un caso isolato, ci sono tanti, attualmente, nelle medesime condizioni di Sergio che stanno aspettando un gesto di responsabilità dallo stesso Stato che li ha portati al fallimento. Attendono una decisione rigorosa delle Istituzioni, con l’adozione di scelte che, finalmente, potrebbe trasformare lo Stato da “responsabile del disastro” a “responsabile del salvataggio”».

La norma è parte del Decreto Semplificazioni (135/2018) e riscrive l’articolo 560 del Codice di Procedura Civile in materia di pignoramento e diritto ad abitare la casa pignorata. Il momento dello sgombero viene infatti differito a 90 giorni dopo l’emissione del definitivo decreto di trasferimento dell’immobile ad un altro acquirente, che abbia acquistato la casa pignorata ad un’asta fallimentare.

Si tratta di una piccola rivoluzione firmata Sergio Bramini che investe oltre 450 mila persone (si stimano che siano 150 mila le famiglie interessate da una procedura di pignoramento) dando loro la possibilità di avere ancora un tetto ove ripararsi.

Ma quali sono i contenuti della norma? Ne parliamo con l’avv. Biagio Riccio, tra gli autori del libro, è stato anche difensore di Bramini.

Quali sono le sostanziali differenze del nuovo art.560 del Codice di Procedura Civile rispetto al vecchio?

Il nuovo 560 rende possibile la permanenza nella casa pignorata del debitore e del suo nucleo familiare sino a quando non sarà notificato il decreto di trasferimento da parte del nuovo proprietario, aggiudicatario all’asta. È una vera rivoluzione rispetto alla precedente norma.

Cosa accadrà per le procedure in cui è già avvenuto lo sfratto?

La norma – come stabiliscono i principi generali contenuti nelle Preleggi – vale per il futuro e dunque non ha effetto retroattivo. Ciò implica che gli sfratti e gli sloggi già conclusi non consentiranno il rientro del debitore nella sua casa: rimane l’infame effetto del vecchio 560 (Bramini, per lampante esempio, non potrà rientrare nella sua casa perduta lo scorso 18 maggio).

Rispetto alle procedure in corso vi sarà, invece, possibilità di rientrare nella nuova norma?

Siamo al cospetto del cosiddetto ius superveniens (diritto sopraggiunto) di una norma più favorevole alla parte più debole: favor debitoris, a favore del debitore. Uno sloggio si ritiene compiuto quando vi è l’immissione nel possesso del bene, quando vengono consegnate le chiavi al custode o ufficiale giudiziario ed avviene il cambio della serratura. Con la nuova norma, che contiene il principio che il debitore può rimanere nella sua casa sino alla notifica del decreto di trasferimento, qualora il custode con il fabbro non abbia completato le operazioni di sloggio (consegna delle chiavi da parte del debitore e cambio della serratura) il debitore non deve lasciare la sua casa.

All’evento saranno presenti, e risponderanno a ulteriori domande, sia l’avv. Biagio Riccio che lo stesso Sergio Bramini insieme agli altri autori del libro – edito da Rubbetino – avv. Monica Pagano, dott. Giovanni Pastore ed prof. Giacomo Di Gennaro. Modera l’avv. Biagio Narciso.

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Redazione

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