Riforma IACP, PCI: “In Campania si procede a rilento”

La legge regionale n.1 del 18-1-2016- integrata dal Regolamento regionale n. 4 del 28-6-2016 sul riordino degli Istituti Autonomi per le Case Popolari- e l’istituzione della Agenzia Campana per l’Edilizia Residenziale (ACER) avrebbero dovuto, secondo le intenzioni del legislatore, avviare la riforma degli IACP e il riordino della gestione del patrimonio edilizio pubblico. Purtroppo così non è stato, perché De Luca e la sua Giunta continuano a dar prova della loro congenita incapacità ad affrontare, con chiarezza di propositi ed efficacia amministrativa, qualsiasi questione che riguardi le problematiche dei territori campani e i bisogni della popolazione“. Lo denuncia in una nota il coordinamento regionale del Partito Comunista Italiano.

L’attuazione dell’ACER (la nuova Agenzia Regionale che dovrebbe sostituire gli istituti e gestire l’intero patrimonio), ad esempio, procede a rilento e in un clima di totale confusione ed incertezza. Nel contempo, i vertici regionali ritengono di affrontare il nodo nevralgico relativo alla riduzione del passivo di 80 milioni di euro prospettando l’aumento, forte e indiscriminato, dei canoni di locazione e/o la liquidazione e svendita del patrimonio IACP. In tale preoccupante contesto vengono avanzate stravaganti e pericolose proposte di privatizzazione e svendita del patrimonio immobiliare degli II.AA.CC.PP. Assistiamo, dunque, al solito avvilente scenario di riforme propagandate con grande clamore mediatico ma prive, alla prova dei fatti, di coerenti e conseguenti atti concreti di governo. Purtroppo, per assenza di volontà politica e per inadeguatezza gestionale, le riforme annunciate si trasformano nel loro contrario, cioè in vere e proprie controriforme, estremamente dannose sul piano sociale perché si traducono in un ulteriore attacco al salario e alle condizioni di vita dei lavoratori, costituendo una nuova occasione di profitto per speculatori e rendita immobiliare. Il PCI denunzia con forza questi tentativi di speculazione su un patrimonio pubblico regionale derivante da salari e stipendi dei lavoratori e propone di: bloccare la svendita – privatizzazione del patrimonio abitativo sociale; garantire le risorse per un piano straordinario di riqualificazione del patrimonio pubblico contro degrado ed emarginazione; mantenere la finalità sociale della edilizia residenziale pubblica, con un canone rapportato al reddito“.

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Redazione

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