(FOTO/VIDEO) Aversa. “Se questo é un uomo”: grande successo al Cimarosa

Grande successo per lo spettacolo che ha avuto luogo ieri sera, presso il teatro Cimarosa, dal titolo “Se questo è un uomo”, 40 attori per non dimenticare, libero adattamento teatrale di Musidantea 2.0.
 
 
Tanti i nomi che hanno fatto di questo spettacolo un’occasione unica per rivivere i drammi e le sofferenze vissute nei lager: Consiglia Aptovidolo, Roberta Astuti, Salvatore Benitozzi, Francesca Cardiello, Antonia Cerullo, Riccardo Citro, Antonio dell’Isola, Iole Mariniello, Raffaele Parisi, Luisa Tirozzi, Antonio Torino, Antonio Vitale, Alessandra Marrone, Roberta Esposito, Adriano Falivene, Federica Filibotto. Ha reso l’evento di grande successo anche la partecipazione di Mario Brancaccio e degli allievi della scuola di teatro.
 
Il tutto guidato dalla regia di Carmen Pommella e organizzato da Luisa Tirozzi e Rosa  Farinaro. Anche il lavoro dietro le quinte è stato notevole, come quello svolto dalla truccatrice Floriana di Grazia e dalle costumiste Violetta di Costanzo e Nunzia Russo. La scenografia e la direzione delle scene sono state  invece affidate alla Peppe Zarbo Service.  Al centro della rappresentazione un tema che tutti purtroppo conoscono e che invita a riflettere sulla barbarie di atti storici e della crudeltà che talvolta interessa l’animo umano.

Il libro, dal quale è tratta la trama dello spettacolo, narra la storia dell’autore, ebreo e partigiano, che viene catturato dai fascisti il 13 dicembre 1943 e portato nel campo di internamento di Fossoli (Modena). Qui gli viene annunciato che sarà deportato con gli altri ebrei verso una destinazione ignota. In 15 giorni affrontano uno scomodo viaggio  su un treno. Una volta giunti  alla stazione  i deportati vengono divisi in due gruppi: quelli validi per lavorare e quelli non validi per lavorare. Purtroppo questi ultimi vengono subito uccisi. Gli altri vengono  portati in un campo di concentramento ad Auswicthz e una volta arrivati i deportati vengono rasati, lavati, gli viene fatta indossare la divisa a righe dei prigionieri e tatuato il numero.

Levi racconta di come l’esperienza fosse distruttiva. Un giovane ebreo polacco racconta a  Levi le regole  vigenti anche tra i prigionieri, che sono divisi in politici, criminali ed ebrei. Ciò che subito si nota é la mescolanza di molte lingue, la confusione nel momento dei pasti, i problemi igienici e gli strazianti turni di lavoro.

Lo spettacolo di ieri sera presso il teatro Cimarosa ha catturato l’attenzione della platea di spettatori e sarà riproposto venerdì sera 25 gennaio.

di Anzia Cardillo

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