Le difficoltà della sanità italiana in relazione al crollo delle visite dentistiche

È ufficiale: gli italiani sono in crisi con le cure dentistiche. Oltre il 36% dei nostri connazionali non si reca dal dentista pur avendone necessità. Tra le principali cause di questo atteggiamento negligente ci sarebbe il timore per la poltrona del dentista e le motivazioni di carattere economico.

Questo si traduce in  un allontanamento generale dal proprio dentista di fiducia, complici  costi spesso troppo elevati dei dentisti privati.

Addio al dentista di fiducia
Per interventi importanti e dispendiosi come quelli di implantologia, ortodonzia e quelli estetici, la maggior parte degli italiani si rivolge ai centri odontoiatrici e non ai professionisti che operano presso gli studi privati, sia per una questione di sicurezza sia per un vantaggio in termini economici.

C’è però chi rimane fedele al proprio dentista nonostante le difficoltà economiche, poiché, dopo tanti anni di rapporti, questi diviene una specie di psicologo di famiglia non sostituibile.

Europa in crisi con le spese dentistiche: un pò di dati
Sfoggiare un sorriso smagliante può costare molto e può rappresentare una spesa che non tutti sono in grado di sostenere. La criticità caratterizza anche il resto d’Europa, non solo l’Italia: il 4,2% della popolazione europea si dichiara impossibilitata a pagare le cure dentistiche. Tra i Paesi europei più in crisi in tal senso troviamo il Portogallo, dove 14 persone su 100 non possono sostenere le spese dentistiche, seguito dalla Lettonia, dove il 13,5% della popolazione è stata costretta a rinunciare ai trattamenti odontoiatrici per via dei costi elevati. In difficoltà anche la Grecia con il 12,1% della popolazione che si vede costretto a rinunciare alle cure dentistiche.

In Italia, tra gli interventi che mettono più in difficoltà gli italiani dal punto di vista economico troviamo la cura delle carie, che risulta insostenibile per il 9,7% della popolazione.

Il periodo peggiore ha coinciso con il 2013, quando il tasso è schizzato al 10,8%. Nell’ultimo biennio, il tasso è sceso raggiungendo il 10% nel 2014 e il 9,7% nel 2015.

Le conseguenze
Questa situazione stravolto quasi completamente le abitudini degli italiani, favorendo la tendenza a procrastinare i controlli, spesso contro il parere degli stessi medici. Ma la possibilità di dilazionare i controlli in più sedute permette anche di suddividere le relative spese.

Il ridursi delle richieste di interventi e trattamenti dentali da parte della popolazione ha chiaramente inciso anche sulla situazione occupazionale dei professionisti del settore: dai numeri forniti dall’Andi, l’Associazione Nazionale Dentisti Italiani, dal 2008 in poi si è registrato un calo significativo nel reddito di odontotecnici e odontoiatri italiani.

Le tendenze
Contestualmente, diminuisce anche il numero di trattamenti richiesti nell’arco di un anno: sempre più persone tendono a richiedere un solo trattamento dentistico in 12 mesi (70,7%).

I trattamenti più richiesti sono quelli caratterizzati da costi accessibili come lo screening e la pulizia dei denti, ma anche quelli estetici e ricostruttivi. Nonostante i costi più elevati, buona parte della popolazione nostrana sembra non voler rinunciare alla possibilità di sfoggiare un bel sorriso: interventi di ortodonzia fissa e mobile, cure ricostruttive e interventi di implantologia dentale si attestano tra i più richiesti. Va detto che, oggi, questi interventi sono considerati di routine e quindi sono spesso caratterizzati da costi inferiori rispetto al passato.

I fenomeni correlati
Le ristrettezze economiche derivate dalla crisi hanno favorito diverse iniziative volte a garantire le cure odontoiatriche anche a chi non è in grado di sostenerle. Uno dei fenomeno maggiormente diffusi durante gli anni della crisi economica è stato il turismo dentale: tra il 2010 e il 2015, l’Italia ha assistito all’esodo di un numero crescente di italiani verso le cliniche dei paesi est-europei, dove le spese relative alle cure odontoiatriche erano molto inferiori rispetto a quelle italiane.

Ma c’è sempre il rovescio della medaglia: attualmente, 1 italiano su 2 di quelli che all’epoca si sono recati nei paesi dell’est Europa per sottoporsi ad interventi dentistici dichiara che non rifarebbe la stessa scelta una seconda volta a causa dei servizi di bassa qualità erogati in condizioni a volte fuori norma sul fronte sanitario.

Se a questo fenomeno aggiungiamo quello dei falsi dentisti, ovvero chi esercita la professione abusivamente e senza possedere un vero titolo di studio, è piuttosto facile comprendere le difficoltà dei professionisti che operano con onestà nel settore e che devono scontrarsi con una concorrenza sleale.

Infine, ci sono le criticità legate alla salute degli italiani: con la diminuzione delle attività di prevenzione, aumenta l’insorgenza di patologie anche gravi della bocca, con il conseguente calo della qualità della vita dei nostri connazionali e l’aumento delle difficoltà per il sistema sanitario italiano, già provato da importanti tagli sul fronte dei fondi, delle strutture e del personale operante.

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Redazione

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