Cesa. DHI salda stipendi operatori in parte, Flaica CUB: “Almeno accoglie nostri appelli”

“Riceviamo con soddisfazione dalla società la notizia del pagamento del saldo di dicembre ed il 50% della retribuzione di gennaio. Apprezziamo e accogliamo con favore la disposizione praticata dalla società D.H.I. S.p.A. per aver risposto positivamente a nostri ripetuti solleciti. Nonostante la drammatica esposizione economica in cui versa l’azienda, determinata dal cronico ritardo del pagamento delle fatture da parte del Comune di Cesa, è stato disposto un primo, ma importante, pagamento di quanto spettante ai lavoratori”. E’ il commento dell’organismo sindacale Flaica CUB.

Tuttavia acquisiamo la notizia che, a causa dei reiterati disservizi, il Comune di Cesa stia provvedendo a notificare una serie di contestazioni all’azienda, minacciando addirittura la risoluzione del contratto. A tal proposito riteniamo doveroso un intervento, esponendo al Sindaco di Cesa due dei quesiti che maggiormente ci poniamo perché mai un Comune così attento al ridotto numero di dipendenti, insufficienti per effettuare e completare tutti i servizi, non si accorga che da circa due anni risulta quotidianamente assente un lavoratore improvvisamente deceduto? E per il quale questa Organizzazione Sindacale chiede da mesi di sostituire lo stesso con un dipendente del ex Consorzio Unico di Bacino Art. CE; come mai un Comune impegnato pubblicamente per ridurre del 10% il costo della TARI a coloro che utilizzeranno la compostiera domestica, non si abbia osservato e/o fatto osservare quanto disposto dal Capitolato Speciale di Appalto, che all’articolo 54 concede al Comune la possibilità di defalcare dal costo del servizio, il minor costo del personale cessato, riducendo di conseguenza anche il costo della TARI a totale carico dei cittadini? Invitiamo infine il Sindaco ad usare buon senso e attendere la conclusione della vertenza, avviata dalla FLAICA CUB, prima di prendere delle decisioni affrettate, evitando di penalizzare ulteriormente i lavoratori che, ad ogni cambio di azienda sono gli unici che ci rimettono, poiché, oltre alla già precaria condizione economica, a causa dei reiterati ritardi nel pagamento degli stipendi, subirebbe un inevitabile aumento della pressione fiscale, prodotta dalla Certificazione Unica (Ex CUD), contenente importi di liquidazioni mai percepite, nell’attesa poi di ricevere un primo stipendio per intero non prima di 45 giorni di lavoro con altro soggetto affidatario”.

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Redazione

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