Magistrati onorari, Puglia: “Categoria mortificata, Governo gli toglie anche tesserino riconoscimento”

“Prosegue l’azione di mortificazione della categoria dei magistrati onorari operata dal Governo. Alle ragioni che hanno accompagnato le proteste contro la riforma della magistratura onoraria, operata con il decreto legislativo 116 del 13 luglio 2017, si è aggiunta la recente circolare del ministero della Giustizia con la quale è stato disposto per i magistrati onorari il ritiro del tesserino di riconoscimento personale valido per ottenere il porto d’armi senza licenza. Si tratta dell’ultimo di una serie di provvedimenti del Governo uscente finalizzati a depistare la realtà sulle mansioni ed il lavoro svolto dai giudici onorari, nel tentativo di scongiurare procedimenti sanzionatori da parte della Commissione Europea. A carico dell’Italia pendono infatti diverse procedure di infrazione volte a censurare il mancato riconoscimento alla magistratura onoraria di un equo trattamento previdenziale e assistenziale, nonché di un’indennità che consenta di garantirne la dignità e l’indipendenza della funzione svolta”. Così il senatore del Movimento 5 Stelle Sergio Puglia, capolista al Senato al collegio Campania 3, a margine di un incontro a Napoli con una delegazione di viceprocuratori onorari di Napoli e Salerno per ascoltare le loro istanze alla luce della settimana di sciopero nazionale della categoria.

“La categoria dei magistrati onorari – prosegue Puglia – costituisce un perno fondamentale nel sistema Giustizia, soprattutto in realtà congestionate come gli uffici giudiziari di Napoli e Salerno. Una categoria che il Movimento 5 Stelle ha sempre sostenuto, come dimostrano gli emendamenti al decreto Orlando a firma del senatore Maurizio Buccarella. La riforma della Giustizia ha addirittura peggiorato una situazione caratterizzata da precarietà e totale assenza dei diritti di lavoratori. Professionisti che, in molti casi, prestano da circa un ventennio la propria attività a tempo pieno, esercitando delicatissime funzioni giudiziarie senza alcuna forma di tutela, da quella previdenziale passando a quella relativa ai tempi di lavoro, o di speranza di stabilizzazione”.

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Redazione

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