Napoli. Nomine metodo De Luca, Ciarambino: “Il Governatore e i suoi cortigiani dovranno restituire mezzo milione”

“Nei curricula passati al vaglio di De Luca, nella scelta dei suoi più fidi collaboratori, il paragrafo più ricco non può che essere quello alla voce ‘pendenze giudiziarie’. Lo si deduce chiaramente a scorrere l’elenco di staffisti e consulenti direttamente nominati dall’ex sindaco, alcuni dei quali siedono oggi alla destra del Governatore. Che, dalla sua, può vantarsi di una lunga sfilza di pendenze. E’ attesa in primavera la sentenza Crescent, con accuse che vanno dall’abuso d’ufficio, al falso ideologico, alla lottizzazione abusiva. Ha aperto da poco i battenti un processo che lo vede imputato per falso per l’approvazione di una variante da 8 milioni di euro. Ed è dell’ultim’ora la condanna, a firma dei giudici d’Appello della Corte dei Conti, per la nomina dell’ex giardiniere Felice Marotta a vicesegretario comunale a Salerno, in palese assenza di requisiti. Una stangata da 424mila euro da spartirsi con un’allegra compagnia di dirigenti ed ex assessori. Tra questi ultimi, volti noti dell’attuale assise regionale, come il consigliere Pd Nello Fiore, il presidente della commissione regionale Bilancio e deluchiano della prima ora Franco Picarone, il Psi Enzo Maraio, e Luigi Della Greca, attuale consigliere politico del presidente della Regione Campania su questioni, manco a dirlo, economiche. Tutti da oggi con una voce in più nei curricula che tanto piacciono al nostro presidente”. Così il capogruppo M5S in Consiglio regionale Valeria Ciarambino.

“Si perde il conto di indagati e condannati alla corte di De Luca. Una collezione – sottolinea Ciarambino – lievitata a vista d’occhio negli ultimi giorni, con la condanna a 8 mesi di Maddalena Cantisani, dirigente al Comune di Salerno e compagna del governatore, per il rilascio di un’autorizzazione. La precede di appena un giorno la condanna in appello del capo della segreteria di De Luca, mister fritture di pesce Franco Alfieri, che dovrà restituire 40mila euro al Comune di Agropoli di cui è stato sindaco, per il mancato utilizzo di beni confiscati alla camorra. Lo stesso Alfieri prosciolto per prescrizione nel processo “Due Torri”, sul banco degli imputati in un altro processo per omissioni di atti d’ufficio e omessa custodia di atti sotto sequestro, e che oggi minaccia il suo partito, il Pd, di boicottaggio in campagna elettorale in caso di mancata candidatura. E come dimenticare il fido ex capostaff Nello Mastursi, inquisito per pressioni sul giudice Scognamiglio, relatore di due procedure legate all’applicazione della Severino nei confronti del governatore. Condanne e inchieste, ecco cosa producono le nomine con il metodo de Luca”.

“Ma il Nostro ha oggi ben altro per la testa. C’è da spedire al parlamento il maggiore dei suoi rampolli, Piero De Luca, già dirigente Pd e con un curriculum, pure lui, di un certo prestigio. Il fiero erede è infatti imputato per bancarotta fraudolenta per il crac dell’immobiliare Ifil”.

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