Aversa. “E adesso la palla passa a me”, presentato il libro di Antonio Mattone alla Caritas

‘Il reato, la pena carceraria, responsabilità personali e condizioni sociali’. Sono stati questi i temi trattati durante il dibattito di oggi che ha favorito l’attenzione sulla necessità di una crescita della nostra comunità territoriale, non solo etica e culturale, ma anche sociale ed economica. La realtà carceraria descrive le varie sfaccettature dell’essere umano ed essa non può essere segregata né ignorata. Proprio dall’osservazione di quanto accade tra le pareti penitenziarie sono derivati i passi in avanti compiuti fino ad ora in campo legislativo e perfino in ambito linguistico, per abolire determinati termini esistenti in ambito carcerario.

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L’argomento è stato al centro della presentazione del libro di Antonio Mattone, “E adesso la palla passa a me”, che ha avuto luogo oggi giovedì 19 ottobre presso l’Aula magna del Centro Caritas di Aversa. Il libro è nato dopo una lunga ed efficace presenza presso diverse istituzioni carcerarie, oltre che di un costante impegno di vicinanza a chi si trova in condizioni di bisogno. Già attraverso i suoi articoli l’autore, molto tempo prima della pubblicazione di questo suo libro, ha descritto le ansie vissute all’interno di tali strutture penitenziarie sensibilizzando decisamente l’opinione pubblica.

Erano  presenti, oltre all’autore Antonio Mattone, il vescovo di Aversa, mons. Angelo Spinillo, il dott. Domenico Airoma, Procuratore Aggiunto presso il Tribunale di Napoli Nord e vicepresidente nazionale del Centro Studi Rosario Livatino, e il  dott. Salvatore Acerra, già Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria di Calabria, Don Carmine Schiavone, Direttore della Caritas diocesana, Stefano Di Foggia, Direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro. L’incontro, moderato dalla giornalista Anna Sgueglia, è stato  un momento di confronto sul tema al fine di avviare verso una costruttiva condivisione di idee e di iniziative future. Un’occasione di riflessione su una questione di particolare rilevanza nel nostro territorio e nel nostro tempo. Lo spunto è stato tratto anche dalle lettere di detenuti, qualcuno innocente, che sono riportate dal libro e che sono state lette in sala durante la presentazione. Da qui la consapevolezza, espressa dai relatori durante i loro interventi, che la strada da percorrere, nonostante i traguardi già raggiunti, sia ancora lunga, per ridare dignità a coloro che si trovano ad espiare la loro pena. Molto discussa è stata anche la materia della pena alternativa, non solo per combattere il problema del sovraffollamento delle carceri, ma anche come rimedio per evitare le recidive. È stata sottolineata anche l’importanza che può avere la fede durante la reclusione, per il recupero del recluso e per coltivare i giusti valori.

L’autore Antonio Mattone, nato e vissuto sempre a Napoli, è stato fin da giovane impegnato  nella Comunità di Sant’Egidio dove ha incontrato i bambini e gli anziani dei quartieri di Scampia, della Sanità e del Centro Storico. Dal 2006 visita ogni settimana i detenuti del carcere di Poggioreale e di altri penitenziari italiani.

Anzia Cardillo

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