Tirocinanti presso uffici giudiziari, GD: “Venga garantito il rimborso a tutti i ragazzi”

Il 15 Giugno 2016 il Ministero della Giustizia ha reso pubblico l’elenco dei beneficiari della borsa di studio relativamente al tirocinio formativo che i laureati in giurisprudenza svolgono presso gli uffici giudiziari. Facciamo riferimento allo stage istituito dall’art. 73 del Decreto del fare, un’occasione di grande formazione per le eccellenze dei laureati in giurisprudenza (per accedere a tale tirocinio, infatti, occorre aver conseguito la laurea con un punteggio almeno pari a 105/110 ovvero una media di almeno 27/30 negli esami di diritto costituzionale, diritto privato, diritto processuale civile, diritto commerciale, diritto penale, diritto processuale penale, diritto del lavoro e diritto amministrativo ed un’età inferiore ai 30 anni) che consente loro di affiancare un magistrato in tutte le attività. È, altresì, innegabile, come sottolineato dallo stesso Ministro Orlando, che il lavoro svolto dai tirocinanti sia di grande aiuto agli uffici giudiziari che, di fatto, sopperiscono alla carenza di organico dei tribunali italiani”.  E’ il commento di Mariarosaria Falcone, Resp. Organizzazione GD Campania.
“Ebbene, nel 2015, grazie allo stanziamento di 8 milioni di euro, a tutti i tirocinanti è stato garantito un rimborso spese pari a 400€ mensili. Nonostante il numero di stagisti relativo all’anno 2016 sia aumentato, però, i fondi stanziati sono rimasti immutati e sono risultati, ovviamente, insufficienti a coprire tutte le richieste. 1300 giovani sono, infatti, non beneficiari. Come Giovani Democratici della Campania riteniamo doveroso portare la vicenda all’attenzione di tutti i parlamentari del Partito Democratico e del Ministro Orlando, affinché la vicenda venga portata all’attenzione del Ministro Pier Carlo Padoan e che con un piccolo sforzo economico venga garantito il rimborso a tutti i ragazzi che quotidianamente collaborano ad un migliore funzionamento degli uffici giudiziari svolgendo un vero e proprio lavoro, sebbene giuridicamente l’attività non sia riconosciuta come tale. Allarghiamo, inoltre, l’invito a tutte le federazioni regionali e ai vertici nazionali dell’organizzazione giovanile. Il valore di un’attività non può essere valutata in base al reddito dei propri genitori. E il lavoro è lavoro. Sempre”.
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Redazione

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