Roma. Concorso 800 assistenti giudiziari, Studio Leone Fell: “Ci sono delle irregolarità”

Il 24 maggio si sono concluse le prove preselettive del concorso per 800 assistenti giudiziari. Nelle speranze del Ministero della Giustizia, questa selezione doveva essere priva di irregolarità e improntata alla meritocrazia e trasparenza.
“La realtà, purtroppo è stata ben diversa – afferma l’avvocato Francesco Leone, titolare dello Studio Legale “Leone-Fell e Associati”-  Tra PC in tilt e illegittimità nel bando anche questo concorso rischia di essere l’ennesimo pasticcio.  Per queste ragioni abbiamo deciso di promuovere un’azione legale che miri a fare chiarezza, individuare i responsabili dei disservizi e tutelare efficacemente tutti i concorrenti”.
Proviamo ad elencare le principali criticità sino ad ora riscontrate:
Pc in tilt, le domande tronche e la riconvocazione di 5000 candidati il 31 Maggio
Il Ministero ha disposto che la prova preselettiva dovesse svolgersi con l’ausilio dei computer. Una scelta interessante e costosa (l’intero concorso è costato quasi 5 milioni di euro) se non fosse che durante le prove molte domande non siano state visualizzate correttamente sugli schermi. Tanti candidati, infatti, hanno avuto difficoltà a rispondere correttamente ai quesiti perchè le domande erano incomplete e/o presentavano al loro interno degli errori nei simboli di punteggiatura (c.d. domande tronche).
La commissione d’esame è stata immediatamente investita dal problema e, a seguito di un controllo informatico, con il decreto del 26 maggio, ha disposto la riconvocazione di ben 4809 candidati. Il problema è che molti riconvocati non hanno subito alcun malfunzionamento e di, contro, concorrenti danneggiati non sarebbero stati riconvocati. Se così fosse  si starebbe consumando un’ingiustificata discriminazione tra i partecipanti. Da un lato, infatti, vi sarebbero concorrenti che avrebbero a disposizione una incomprensibile seconda “chance (a danno di tutti gli altri 70 mila partecipanti) e, dall’altro, vi sarebbero candidati realmente danneggiati dal malfunzionamento ma misteriosamente tagliati fuori dalla riconvocazione.
La riconvocazione e il mancato rispetto del preavviso minimo di 15 giorni.
 
Altro problema, seppur di minore impatto, è quello che la nuova preselezione è stata disposta senza rispettare i 15 giorni di preavviso previsti dal DPR 487/94. Il testo unico sull’accesso al pubblico impiego, infatti, dispone che per le selezioni concorsuali debba concedersi ai concorrenti un tempo congruo per poter programmare la prova. Tale principio, però, non è stato rispettato dal Ministero che ha fissato per il 31 maggio il turno “speciale” di preselettiva.
Ricorso Assistenti Giudiziari, la soglia di sbarramento troppo alta
Da fonti non ufficiali – la graduatoria infatti verrà pubblicata solo nelle prossime settimane – sembrerebbe che circa 6000 candidati abbiano conseguito il punteggio pieno di 50 punti, in 300 abbiano fatto 48,85 e ben 4000 abbiano raggiunto i 48,65 punti. Risultati sorprendenti e lusinghieri che però, a causa della previsione del contingente numerico di 3200 unità, rischiano di  essere vanificati. Una selezione realmente meritocratica, infatti, non dovrebbe avere l’obiettivo di sfoltire irragionevolmente la platea dei partecipanti sin dalle prove preselettive. Lo scopo al quale deve mirare l’amministrazione, infatti, è quello di selezionare i migliori attraverso un percorso che ne saggi le competenze attraverso più prove d’esame. Se così non fosse non si comprende perché il bando prevede un ulteriore fase di “scritti” e l’esame orale. Una prova preselettiva dovrebbe servire unicamente a scremare la platea dei partecipanti, individuando quei candidati che dimostrino di possedere le competenze minime richieste dal concorso, e non anche ad individuare i soli candidati che risulteranno eccellenti.
“Risulterebbe irrazionale – afferma l’avv. Simona Fell –  quindi, una soglia di idoneità, per il superamento della prova preselettiva, maggiore di quella richiesta per la selezione vera e propria (cioè la fase scritta e orale). Riteniamo, pertanto, che possano proporre ricorso al Tar tutti i candidati che abbiano conseguito un punteggio pari o uguale a quello previsto per l’ammissione alla fase orale. In particolare, chiunque abbia raggiunto il punteggio di 37.5/50 (cioè 7,5/10) dovrebbe avere accesso alla prova scritta. Ed è quello che chiederemo che accada ai nostri ricorrenti attraverso la proposizione del ricorso”.

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Redazione

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