Aversa. Bullismo, convegno all’Istituto Comprensivo ‘Parente’

La Parente fa la sua performance con un interessante e intrigante incontro sul bullismo. A condurre i lavori la prof.ssa Eleonora Avanzo. Tra i relatori il giudice Condello, il commissario della polizia il dott. Luigi Schettino, il dott. Imperatore, il preside Fabozzi e Pasquale Molitierno. Tra gl’invitati d’onore anche il tenente Donatello del Comando dei Carabinieri di Aversa e il tenente Spada del gruppo di Guardia di Finanza di Aversa. Perché raccontarlo dopo qualche giorno? Per venire a conoscenza di quelli che sono i risultati dell’audience lì in loco  e desumere delle trame consistenti. Ab initio vi è stato un intervento da parte del giudice che ha argomentato minuziosamente su questioni di ampio raggio, rendendo noto come si svolgono le indagini a tappeto dei diversi casi, come entrare nelle articolate situazioni esistenziali e apporre il giudizio più idoneo per quella specifica situazione.

Un andirivieni di casi dove si compiono violenze tra giovani, spesso venutesi a determinare in gruppi, dove il più forte compie ripercussioni psicologiche sul debole al fine di detrarre un piacere soggettivo. Su un fatto non si transige: esistono reati penali tra i minorenni che possono conoscere il carcere. Lo psicoterapeuta, al contempo, sottolineava il frantumarsi della famiglia oggi, la disgregazione dei valori morali che disorientano i giovani, inducendoli spesso ad assumere atteggiamenti alquanto sconvenienti. “Il bullismo nasce come forma di reazione ad un’insana idea esistenziale; opprimendo l’altro si accresce la propria autostima”. Il carabiniere, continuando sulla stessa scia, ha raccontato gli episodi di vita che in primis ha vissuto tra i banchi di scuola e di come sia stato testimone in prima persona di situazioni gravose e persistenti a danno dei più deboli: “Si inizia tra i banchi si scuola, la delinquenza del dire si evince dagli atteggiamenti e da tanto altro. Si teme l’interlocutore e si assecondano tutte le richieste per la paura di essere ricattati e molestati”. Un modo per imporre arbitrariamente la propria autorità, per evidenziare un potere di natura sgradevole, che sconfina oltremisura e che si annida nel malsano sentire degli esseri umani. Ma cosa ha commentato il pubblico, dopo qualche giorno?

“E’ importante che le scuole trattino di determinate tematiche perché è più che giusto capire i ché ed i perché dei tanti pericoli che possono riguardare i nostri stessi figli. Piuttosto, proporrei, incontri saltuari, per noi genitori, che ci aiutassero a capire come comportarci dinnanzi al persistere di situazioni strane e perniciose per i nostri figli”; “Siamo sempre avvisati – chiedono alcune mamme – quando avvengono fatti insani all’interno della scuola?”. Un convegno che ha senz’altro suscitato l’interesse e l’ammirazione di gran parte delle persone, che ha indotto a riflettere che il delinquere è alla portata di tutti, che bisogna essere sempre in guardia di fronte all’infrazione di alcune regole. Allora sì alla scuola, quella riflessiva, quella induttiva, quella argomentativa, grande encomio.

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