Addio a Chuck Berry, il padre del rock and roll aveva 90 anni

E’ morto Chuck Berry, il musicista che con la sua memorabile chitarra firmò l’era del rock ‘n roll attraverso brani risultati intramontabili come ‘Johnny B Goode’ e ‘Roll Over Beethoven’. Aveva 90 anni. Il decesso è stato confermato dalla polizia di St. Charles County, in Missouri.

La polizia ha fatto sapere di essere intervenuta dopo una chiamata di emergenza nel pomeriggio e di aver trovato il musicista senza conoscenza. Non ha risposto ad un tentativo di rianimazione ed è stato dichiarato il decesso. Chuck Berry – anche soprannominato ‘crazy legs’ per il suo modo di ballare muovendo le gambe mentre suonava – ha influenzato generazioni di musicisti. La rivista Rolling Stones, inoltre, lo ha inserito nella lista dei 100 migliori artisti di sempre dopo i Beatles, Bob Dylan, Elvis e i Rolling Stones.

In questi mesi era prevista l’uscita del suo nuovo album, dal titolo Chuck, una sorta di regalo per il suo 90esimo compleanno: è il primo Lp di Berry dal 1979 con canzoni originali scritte, registrate e prodotte da lui e dedicate alla moglie Themetta. “Mia cara, sto invecchiando! – aveva detto Berry – Ho lavorato a questo disco per tanto tempo. Ora posso appendere le scarpe al chiodo!”

BIOGRAFIA DI UN MITO DELLA MUSICA

La storia Chuck Berry è la storia dei suoi grandi successi che infiammavano i jukebox e che hanno dato un nuovo significato alle classifiche musicali, a partire da ‘Maybellene’, del 1955, il primo singolo inciso da Chick Berry, considerato uno dei primi brani rock in assoluto, che rimase al primo posto delle classifiche di R&B per nove settimane. “Se si volesse dare un altro nome Rock ‘N’ Roll lo si potrebbe chiamare Chuck Berry”, sono parole di John Lennon secondo alcuni. E non a torto, considerato il contributo indelebile che Chuck Berry ha lasciato per sempre nella storia della musica: con ‘Roll Over Beheetoven’ per esempio, brano del 1956 che ad oggi è tra i più riconoscibili da svariate generazioni, fino al classico dei classici ‘Johnny B. Goode’ del 1958.

Scrive il New York Times: “Mentre Elvis Presley era la prima pop star del rock, beniamino delle adolescenti, Chuck Berry ne era il teorico e genio concettuale, l’autore che capiva cosa i ragazzi volevano ancor prima che loro stessi lo sapessero”. Le qualita’ del genio musicale. E la sua formula perfetta passava obbligatoriamente per una chitarra virtuosa, che affondava la sua base nel country, spiccava il volo con il blues ed echeggiava da ogni jukebox grazie a versi diretti, brevi, accessibili, diventando l’inno di una generazione di adolescenti che sarebbe durato per sempre, grazie a ‘Sweet Little Sixteen’ o ‘You Can’t Catch Me’.

Berry fu pero’ anche un autore ‘impegnato’, pur nella sua levita’, che con ‘Promised Land’, ‘Too Much Monkey Business’ e ‘Brown Eyed Handsome Man’ riusciva a lanciare allo stesso tempo un’ode e la critica all’America, pur senza mai discostarsi dallo spirito piu’ puro del Rock ‘N Roll. A consegnarlo definitivamente alla Storia ha contribuito anche Hollywood: Michael J Fox che esegue ‘Johnny B.Goode’ in ‘Back to the Future’ del 1985, poi Quentin Tarantino in Pulp Fiction in cui Vincent Vega (John Travolta) e Mia Wallace (Uma Thurman) ballano un twist sulle note di ‘You Never Can Tell’ incisa da Chuck Berry nel 1964, in una delle scene di ballo piu’ famose del Cinema.

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Redazione

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