Ddl caporalato, Coldiretti: “Pene severe per lavoro nero in agricoltura”

Un passo in avanti importate per contrastare efficacemente il fenomeno del caporalato. Coldiretti Campania commenta favorevolmente il via libera del Senato al ddl contro lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura. L’approvazione a Palazzo Madama del disegno di legge per il contrasto al lavoro nero dovrà ora passare al vaglio della Camera. Il caporalato – afferma la Coldiretti – colpisce spesso la componente sociale più debole. Vanno introdotte pene severe e controlli rigorosi, ma occorre anche una grande azione di responsabilizzazione di tutta filiera, dal campo alla tavola, per garantire che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali, ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una equa distribuzione del valore. Non è possibile che il grano, ad esempio, abbia visto dimezzare il prezzo rispetto allo scorso anno.

“La nostra organizzazione – spiega Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania e vicepresidente nazionale – porta avanti da tempo una battaglia di chiarezza contro il lavoro nero. E lo fa sia a livello nazionale che nei territori. Noi siamo stati i primi a chiedere di denunciare e siamo pronti a farlo. Il caporalato è un fenomeno che mette a rischio un modello di agricoltura con una forte valenza sociale. Un fenomeno illegale che genera una concorrenza sleale nei confronti della stragrande maggioranza delle imprese agricole, sane e oneste. Sfruťtare i lavoratori, siano essi italiani o stranieri, è la scelta di chi non ha alcuna intenzione di fare dell’agricoltura una prospettiva di futuro. Coldiretti ha in mente un modello dove le imprese non producono solo cibo, ma sono snodi di reti comunitarie, in grado di favorire l’innovazione, i nuovi modelli di welfare, la tutela dell’ambiente e la valorizzazione del territorio. Un modello del tutto agli antipodi rispetto a chi sfrutta per pochi euro all’ora uomini e donne alla ricerca disperata di sopravvivenza. Pertanto ben venga una legislazione nazionale che inasprisca le pene. Noi stessi siamo pronti ad espellere dalla nostra organizzazione le imprese agricole che dovessero macchiarsi di questi comportamenti”.

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Redazione

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