Aversa. Un anno fa la morte di sua figlia Lucia, la lettera commovente del padre

Nando Caserta il padre della giovane Lucia, venuta a mancare prematuramente un anno fa, (il 23 giugno 2015) ricorda la figlia, con questa lettera.

lucia caserta“Un anno senza mia figlia Lucia. La morte di un figlio è “l’impensabile”, annienta immediatamente la vita di chi resta. Annulla desideri, sogni, ambizioni e spesso anche personalità e voglia di vivere; lo choc è tanto forte da farti cadere a terra e temere, e nello stesso tempo sperare, di non rialzarti mai più. Io credo che ciascuno di noi possa provare a pensare che un giorno potrebbe venire a mancare un genitore, un amico, persino un fratello: ma un figlio no, a nessun genitore potrebbe sfiorare l’idea di perdere un figlio, è qualcosa che non si mette in conto. Eppure accade e dentro, una parte di te è morta per sempre e l’altra impara a recitare. Ecco appunto, mi sento proprio come se stessi recitando, perché la morte di Lucia ancora non mi sembra vera, non può sembrarmi vera!

Dopo che hai avuto una figlia per venticinque anni, non riesci a concepire il mondo senza di lei. Il cervello si rifiuta di ammetterlo, anche con te stesso, e allora fai finta di essere un’altra persona e di guardare l’accaduto da fuori, mantenendo una certa distanza, proprio per proteggere te stesso e la tua salute mentale. Per la maggior parte del tempo, so che mi comporto come se non fossi veramente io il papà di Lucia, quindi sono molto addolorato, ma sempre in un modo sopportabile. Ogni tanto, però, sento che è tutto vero e percepisco in pieno tutta la sofferenza e l’irreparabilità dell’accaduto. Nessuno può porvi rimedio. NESSUNO! Allora mi sento morire per la millesima volta e non capisco più chi sono e cosa sto facendo qui. Che scopo ho? Cosa potrò fare? Che cosa avrò voglia di fare? Avrò mai più voglia di fare qualcosa? Spero di sì. Spero, un giorno, di arrivare a sentire certe cose che sentivo prima e d’avere ancora il desiderio di qualcosa che sembri veramente importante. Lo devo a me stesso, lo devo a mia moglie, lo devo alla mia adorata figlia Maria Emanuela e lo devo a lei, a Lucia.”

Christian de Angelis

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