Aversa. Processo Italia Dell’Aversana, spunta un super testimone

GALLOTTI GIANFRANCO 12.11.1972
GALLOTTI GIANFRANCO 12.11.1972

Si è tenuta stamane presso il Tribunale di Napoli Nord in Aversa dinanzi al Gip Dr. Daniele Grunieri la terza udienza del processo riguardante l’omicidio della  Sig.ra Italia Dell’Aversana avvenuto in Aversa via Costantinopoli, poci avanti l’angolo di via Ovidio, il 6 ottobre 2015. Italia, moglie dell’amico Bruno Lamberti. 

Ricordiamo che i due presunti assassini  alle 7 del mattino del 6 ottobre al fine di strappare la borsa alla Sig.ra Italia, con la loro Peugeout 305 grigia si diressero tutta velocità contro la vittima investendola e provocandogli lesioni che la portarono alla morte nel giro di poche ore. I due furono arrestati successivamente il 15 ottobre a seguito di una brillante indagine certosinamente condotta dai Carabinieri di Aversa i quali analizzando telecamera per telecamera rintracciarono la Peugeout 305 che risultava però intestata ad una società farlocca. Tra l’altro è da sottolineare che i due presunti criminali rispondenti ai nomi di Sejedovic Gligo classe  77 dal campo Rom di Scampia e Gallotti Gianfranco classe 72 da Napoli via Colli Aminei, secondo la ricostruzione degli inquirenti, nonostante il commesso omicidio avevano venduto il telefono cellulare della vittima per qualche decina di euro e – udite udite – alle 7 del mattino del giorno successivo all’omicidio erano nuovamente in giro per Aversa a fare scippi e rapine. Infatti, sempre secondo l’accusa,  scippavano con violenza una cittadina Ucraina abitante in San Marcellino. Dunque il modus operandi ricostruito dagli inquirenti appare abbastanza codardo ed abietto e mirava sempre a ricercare vittime che fossero donne sole e in luoghi abbastanza isolati, vuoi per le circostanze di luogo, vuoi per le circostanze di tempo. Fu proprio quando gli ignari acquirenti dei telefoni della Sig.ra Italia e  di S.O. cittadina Ucraina ripresero a funzionare che ci fu una svolta nelle indagini. Infatti rintracciati coloro che avevano acquistato la refurtiva, questi iniziarono a “cantare” come cardellini esposti al torpore del sole primaverile.

SEJDOVIC GLICO 31.03.1977
SEJDOVIC GLICO 31.03.1977

Durante il processo lo slavo, Sejedovic Gligo, ha chiesto secco il rito abbreviato in modo da poter avere un cospicuo sconto di pena del 30% ed evitare l’ergastolo, consigliato dal suo avvocato probabilmente; invece l’altro, Gallotti Gianfranco, (Avv. Goffredo Grasso del Foro di S. Maria C.V.) sicuro di se, ha chiesto una perizia sui fotogrammi scattati per provare la sua innocenza sottolineando di non essere lui il passeggero dell’auto.

Il difensore si fa forte del fatto che nella rapina consumata il giorno dopo ai danni della signora Ucraina, il Sedovic venn ripreso da una telecamera  dove si vede che era solo, lo stesso  scende dall’auto e prende a schiaffi tale donna scippandogli la borsa, poi risale e va via.

Pertanto il giudice ritenne di nominare un perito per esaminare i rilievi fotografici estrapolati dalle telecamere dove è accaduto il fatto. In particolare furono determinati i fotogrammi delle telecamera situata fuori il Centro Copie di Via Costantinopoli, telecamera che proprio questa testata ebbe a porre in attenzione mediatica la mattina successiva l’investimento.

E’ stata depositata la perizia sui fotogrammi che come da noi preventivato va a favore della difesa di Gallotti Lucio in quanto il perito ha concluso che non è possibile, allo stato dei fatti, definire se il Gallotti si trovasse a bordo dell’auto assassina o meno.

Ma per l’Avv. Paolo Trofino, difensore della parte civile (famiglia Lamberti), la perizia è assolutamente ininfluente ai fini della valutazione finale del Giudice in quanto ben altri elementi collocano il Gallotti Lucio seduto sul sedile passeggero anteriore della Peugeout 305 grigia. Acquisita la perizia, il Gip ha ritenuto utile per la decisione ascoltare anche il super testimone che al momento dei fatti si trovava fuori il bar di Via Costantinopoli, e che aveva visto tutta la scena. L’udienza è stata rinviata al 21 giugno proprio per ascoltare il testimone.

di Stefano Montone

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