Arriva il nuovo defibrillatore biventricolare: compatibile con la risonanza magnetica

E’ disponibile anche in Campania, al momento presso la Clinica Mediterranea di Napoli e nella Clinica San Michele di Maddaloni, e presto anche negli Ospedali pubblici della regione, un nuovo e più efficiente defibrillatore biventricolare impiantabile sottocute. Serve per curare lo scompenso cardiaco ed è compatibile con la risonanza magnetica in tutto il corpo. Con questa nuova tecnologia -realizzata da Medtronic- sono stati effettuati i primi impianti nelle due strutture.

In Campania ne soffrono più di 58.000 persone con 8000 nuovi pazienti all’anno. Si tratta dello scompenso cardiaco, la condizione per cui il cuore non riesce a svolgere adeguatamente la propria funzione di pompa, determinando l’accumulo di liquidi a livello degli arti inferiori, dei polmoni e in altri tessuti. I pazienti affetti da questa patologia hanno una aspettativa di vita molto compromessa se non opportunamente trattati. Lo scompenso cardiaco è responsabile del 1-2% della spesa totale per l’assistenza sanitaria. L’utilizzo sempre piu’ diffuso dei defibrillatori biventricolari che, oltre a ridurre il rischio di morte improvvisa riducono anche le ospedalizzazioni per scompenso cardiaco e migliorano significativamente la qualità di vita dei pazienti affetti da scompenso cardiaco, contribuisce significativamente a ridurre i costi a carico del Sistema Sanitario Nazionale e i costi diretti e indiretti a carico dei pazienti.

Abbiamo effettuato con successo l’impianto di questo nuovo defibrillatore biventricolare in un paziente maschio di 65 anni affetto da miocardiopatia ipocinetica postischemica. Nonostante i dispositivi cardiaci impiantabili siano sempre meno invasivi e di facile applicazione, esiste ancora una percentuale di pazienti non responders, ovvero che non riescono a  beneficiare appieno della terapia con defibrillatore biventricolare. – afferma il dr Antonio De Simone, responsabile del laboratorio di elettrofisiologia ed elettrostimolazione della clinica San Michele di Maddaloni (CE) -. Fino ad oggi il medico doveva ricercare con difficoltà la causa di questa mancata risposta clinica modificando manualmente i diversi parametri del dispositivo impiantato. Con la tecnologia utilizzata oggi  i parametri della stimolazione vengono invece adeguati automaticamente e costantemente sulla base delle condizioni del paziente.” La grande sfida che raccoglie questa innovazione tecnologica è, come definito nell’ Expert Consensus Statement on CRT EHRA/HRS (raccomandazioni internazionali sul trattamento dei pazienti affetti da scompenso cardiaco), massimizzare il numero di pazienti che beneficiano appieno dei vantaggi della terapia di resincronizzazione cardiaca.

La seconda novità risiede nel fatto che i pazienti impiantati, benché portatori di un dispositivo medico impiantabile, potranno sottoporsi, se necessario, all’esame di risonanza magnetica su tutti i distretti del corpo, anche con nuova tecnologia di campo magnetico a 3 Tesla per ambiti diagnostici complessi. Tale possibilità era fino ad oggi preclusa ai portatori di defibrillatore impiantabile biventricolare. “Si stima che il 40% dei pazienti con defibrillatore cardiaco dovrà sottoporsi, entro 4 anni dall’impianto, a un’indagine di risonanza magnetica, esame clinico diventato ormai fondamentale per la corretta diagnosi di molte patologie” – dichiara il dottor Giuseppe Stabile, responsabile del Servizio di Elettrofisiologia e Cardiostimolazione della Clinica Mediterranea di Napoli.  “Rispetto ai precedenti defibrillatori, la nuova tecnologia consente al paziente di accedere alle indagini di risonanza magnetica e, pertanto, permette di fare una diagnosi appropriata di  eventuali condizioni patologiche potenzialmente letali.”

La terapia con dispositivo biventricolare si è dimostrata efficace nel ridurre in maniera significativa mortalità e ospedalizzazioni per scompenso cardiaco, entrando in linea guida in Classe di indicazione IA; i nuovi dispositivi impiantati oggi vanno nella direzione di migliorare ulteriormente la gestione del paziente con scompenso cardiaco.

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Redazione

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